In viaggio con il camper
- Chiara Audenino
- 30 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Partiamo con il camper. È da novembre che era triste e solo, posteggiato in un rimessaggio in mezzo alla campagna.
In questi ultimi sei mesi, chiusa in casa con le gambe rotte e poi in quarantena, ho sognato spesso di partire sulla nostra casa con le ruote.
È stato strano risalirci sopra. Il gradino, che prima scavalcavo con grande agilità oggi mi è sembrato molto più difficile da superare. I letti, sui quali mi sono arrampicata per anni, oggi erano altissimi. Stare piegata in ginocchio a disfare le borse, oggi proprio non sono riuscita a farlo. Purtroppo i segni della caduta devono ancora rimarginarsi bene. Però cammino e questo è un gran bel traguardo. Vivrò questa vacanza facendo un po' di fatica in più, ma sono certa di essere nel posto giusto.
Partiamo.
Sento tutta la stanchezza, dei mesi passati, scivolarmi addosso. L'ansia si mette in pausa, la modalità zingara si è inserita appena sono entrata. Avevo bisogno di staccare la spina con i pensieri negativi, con le preoccupazioni e purtroppo so che torneranno forti come prima al mio rientro.
Guardo fuori dal finestrino e poi accarezzo la spalla di mio marito. Il camper è il nostro rifugio e noi in questo spazio così ristretto siamo ancora più felici.
Ha i rivestimenti colorati che avevamo scelto per i nostri bambini quand'erano piccoli. Un armadietto è rimasto pieno di giochi di società, di album da colorare e pennarelli che ci facevano trascorrere, tra discussioni e risate, le nostre serate. Non abbiamo intenzione di svuotare questo stipetto, anche se oggi quei giochi li usa ogni tanto solo più il Nanetto, ci piace lasciarlo così. E tutte le volte che lo apriamo ci ritroviamo catapultati indietro nel tempo.
Proprio qui dentro siamo diventati la famiglia che siamo. Anche se oggi siamo partiti solo in tre e non in cinque, in viaggio con noi ci sono anche i nostri due Spilungoni rimasti a casa.
Andiamo al lago Maggiore, dove è nata la mia mamma e mio suocero. Riflettevamo che, proprio questo lago, avrebbe potuto essere la nostra casa. Se mio nonno finanziere non fosse stato trasferito a Pino Torinese e mio suocero non avesse deciso di gestire un vivaio sempre a Pino, chissà magari io e mio marito ci saremmo incontrati qui.
Una bella passeggiata ad Arona, una pennichella in riva al lago in compagnia di due bei cigni. L'acqua del lago era bella fresca e anche il venticello non era ancora caldo.
Ora sta piovendo e siamo tutti comunque fuori all'aria aperta, a chiacchierare sotto le verande dei nostri camper parcheggiati in riva al lago. Andare poi a dormire sentendo il ticchettio delle gocce sul tettuccio, a molti questo tempo avrebbe dato fastidio, a me invece serviva proprio clima per rilassarmi.
Poca roba dietro, agili (che per la sottoscritta è ancora un traguardo da raggiungere), mai fermi nello stesso posto, tante camminate e corse in bicicletta per scoprire posti nuovi... la vita in camper mi appartiene e mi fa ricaricare le energie perdute.
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